BITCOIN. Sempre più cripto nei portafogli dei cinesi 

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Gli investitori cinesi stanno diversificando i portafogli con l’aggiunta di attività digitali. I risultati di una serie di ricerche arrivano quando Pechino continua a limitare senza sosta tutto ciò che ha a che fare con questa industria.

Secondo l’aggiornamento 2018 del White Paper on the New Middle Class, riporta Asia Times, la critpomoneta è stata aggiunta come nuova classe di attività che occupa circa il 10% dei portafogli delle persone. Il rapporto afferma che questa è la prima volta che include le valute digitali come parte della sua analisi. Il documento vuole far luce sulle abitudini di spesa e di investimento della fiorente classe media cinese. 

La ricerca suggerisce che questo gruppo socio-demografico è per lo più avverso al rischio. Poco più del 9% degli intervistati ha dichiarato di accettare il rischio di una perdita superiore al 15%. Il rapporto ipotizza inoltre che, tenendo presente questo aspetto, è improbabile che il numero di investimenti nelle valute cripto aumenti di oltre il 10% considerando la loro volatilità elevata. Dall’inizio del 2018 i mercati dei Bitcoin e delle valute criptate sono crollati oltre il 70%; una altalena finanziaria già vista in precedenza. Inoltre i beni digitali potrebbero diventare una forma di protezione della ricchezza, come nel caso della Turchia e del Venezuela, dove gli sconvolgimenti politici e l’inflazione dilagante hanno svalutato le valute nazionali, costringendo i cittadini a rivolgersi a quelle crittografate.

Il governo cinese ha lottato per ridurre il livello di proprietà della moneta criptata all’interno dei suoi confini. La People’s Bank of China ha lanciato una serie di allarmi sulle criptomonete e sulle offerte iniziali di monete, Ico, il che non è insolito se si considera che nessuna banca centrale sarebbe a favore di una moneta decentralizzata che rimette il controllo nelle mani del popolo.

I cittadini cinesi, abituati all’interventismo del loro governo centrale, si sono rapidamente spostati verso i canali di scambio diretto, i peer-to-peer crypto trading, dato che le borse hanno spostato le loro operazioni all’estero per evitare altre strette utilizzando reti Vpn. Pechino sta ora censurando anche i social media e le applicazioni di chat come WeChat per impedire alla popolazione di leggere notizie sulle criptomonete.

Graziella Giangiulio