BITCOIN. La “mazzata” cinese sulle crypto ha funzionato

578

Lo yuan cinese è utilizzato in meno dell’1% dei traffici globali di bitcoin, secondo i nuovi dati forniti dalle autorità cinesi. Stando a questi dati la stretta imposta da Pechino ancora oggi in corso sul settore della cripto-moneta sta avendo l’effetto desiderato.

I dati della banca centrale pubblicati la scorsa settimana, mostrano che la quota di yuan usata nel commercio di bitcoin è precipitata dal punto più alto di oltre il 90% delle operazioni a livello mondiale, afferma Cryptoglobe. Dopo aver vietato le Ico (offerte iniziali di monete) nel settembre 2017, Pechino ha adottato una posizione dura sul commercio di criptovalute nel tentativo di combattere le truffe, spesso legate a questo tipo di transazioni.

Secondo quanto riportato dai media locali cinesi, dall’entrata in vigore del divieto le autorità di Pechino hanno chiuso 88 piattaforme di scambio di valuta crittografica e 85 Ico.

Le mosse effettuate da parte dei regolatori cinesi hanno efficacemente contrastato l’impatto delle forti oscillazioni dei prezzi della valuta virtuale e hanno portato la tendenza ad usarla nella norma globale. Questo dato indica che la politica impostata sul divieto assoluto ha avuto molto successo.

Il 5 gennaio 2018, è stato pubblicato un tweet online che riportava un avviso emesso dalla China Internet Financial Risk Special Rectification Work Leadership Team Office, l’ente cinese di regolamentazione del rischio finanziario online. 

L’ordine richiedeva che i governi locali costringessero gradualmente i minatori di Bitcoin ad abbandonare il business. Le misure che le autorità locali erano invitate ad adottare comprendevano il controllo dell’alimentazione elettrica alle “miniere” di Bitcoin, nonché le leggi in materia di fiscalità, uso del territorio e protezione dell’ambiente. 

Già nel mese di di giugno 2017, era stato reso pubblico il dato secondo cui diverse “società minerarie” di Bitcoin erano state chiuse o delocalizzate nella contea autonoma di Mabian Yi, sede di una prospera industria mineraria della provincia del Sichuan, Cina sudoccidentale.

Maddalena Ingrao