BIELORUSSIA. “Putin ci vuole far fondere con Mosca”, accusa Lukashenko

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Il presidente bielorusso Alyaksandr Lukashenko ha accusato Mosca di aver fatto pressioni sul suo Paese per la fusione con la Russia e ha giurato che non lo avrebbe mai permesso. Lukashenko, parlando il 24 gennaio ai lavoratori di una cartiera della Bielorussia orientale, riporta Rferl, ha accusato la Russia, principale fornitore di petrolio e gas naturale a basso costo del Paese, di aver sfruttato la dipendenza di Minsk dalle forniture di petrolio per costringerla a “dissolversi” nella Russia.

«Abbiamo il nostro Paese, siamo sovrani e indipendenti. Con il nostro cervello e le nostre mani, ci guadagniamo quello che possiamo, stiamo costruendo il nostro Paese. E non possiamo far parte di un altro Paese (…) Non posso tradirvi e sciogliere la Bielorussia, nemmeno nella fraterna Russia (…) Anche se fossi d’accordo, i bielorussi mi mangerebbero vivo nel giro di un anno (…) È onorevole essere il primo presidente della Bielorussia, ma non voglio certo essere l’ultimo», ha detto Lukashenko, che è presidente da quando la carica è stata creata nel 1994.

La Bielorussia dipende fortemente dalla Russia per il carburante e i finanziamenti ed è una via di transito fondamentale per le forniture energetiche russe verso l’Europa.

Ma Lukashenko, che si è fatto beffe dell’immagine che l’Occidente ha dato di lui come «l’ultimo dittatore dell’Europa» e non ha mai affrontato elezioni democratiche, ha anche cercato di mantenere una certa distanza tra Minsk e Mosca. La Bielorussia è da tempo in disaccordo con la Russia sui prezzi e sulle tariffe dei trasporti di petrolio, in un contesto di crescente pressione da parte di Mosca su di lui per approfondire l’integrazione tra i due paesi vicini.

Minsk e Mosca non sono riuscite a trovare un accordo su un contratto di fornitura di petrolio per il 2020, portando la Russia ad interrompere le forniture alle raffinerie bielorusse, anche se sono state parzialmente riprese il 4 gennaio. Un accordo di due mesi sui prezzi del gas ore prima della scadenza del 31 dicembre ha aiutato le parti ad evitare la sospensione delle forniture di gas a inizio anno.

I due paesi hanno firmato un accordo nel 1999 per formare uno Stato unificato, ma pochi progressi sono stati fatti nei due decenni successivi. La Bielorussia è stata una repubblica sovietica fino alla conquista dell’indipendenza nel 1991. Gli incontri tra il presidente russo Vladimir Putin e Lukashenko dell’anno scorso non sono riusciti a riunire le due parti, poiché il presidente bielorusso ha osservato di essere alla ricerca di condizioni di parità.

La Bielorussia ha visto manifestazioni pubbliche a dicembre, contro la segretezza dei colloqui  e legami più stretti con la Russia. Il Cremlino, difendendo l’aumento dei prezzi dell’energia e la riduzione dei sussidi per la Bielorussia, sostiene che Minsk dovrebbe accettare una maggiore integrazione economica se vuole continuare a ricevere risorse energetiche ai prezzi interni della Russia.

Lukashenko ha poi giurato di trovare fornitori alternativi di petrolio e il 24 gennaio ha dichiarato che Minsk sta negoziando ulteriori forniture con gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti: «Gli americani, l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti… ho un rapporto brillante con loro. Dicono che forniranno tutto il petrolio necessario», ha detto Lukashenko.

All’inizio di questa settimana, la Bielorussia ha annunciato un accordo per l’importazione di petrolio dalla Norvegia.

Il Segretario di Stato americano Mike Pompeo si recherà in visita a Minsk il 1° febbraio; incontrerà Lukashenko e il ministro degli Esteri Uladzimer Makey per «sottolineare l’impegno degli Stati Uniti per una Bielorussia sovrana, indipendente, stabile e prospera, e affermare il nostro desiderio di normalizzare le nostre relazioni bilaterali», ha detto Il Dipartimento di Stato.

Anna Lotti