BANGLADESH. Definito l’accordo per il rimpatrio dei rohingya

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Myanmar e Bangladesh hanno completato un accordo per rimpatriare decine di musulmani rohingya fuggiti dal Myanmar per sfuggire alla repressione militare, e ha rilasciato una dichiarazione congiunta dicendo che i rimpatri inizieranno la prossima settimana, con l’obiettivo di completare il processo entro i prossimi due anni.

Dacca, riporta VoA, afferma che il processo di rimpatrio darà priorità alle unità familiari, agli orfani e ai bambini concepiti da uno stupro. L’accordo prevede che il Bangladesh istituisca cinque campi di transito che trasferiranno i rifugiati in due zone di accoglienza nello Stato del Rakhine in Myanmar.

Amnesty International ha definito prematuro l’accordo, dicendo che i Rohingya, che non sono stati consultati, non hanno garanzie di sicurezza al loro ritorno. Circa 650.000 rohingya sono fuggiti in Bangladesh dall’agosto 2017, quando le forze del Myanmar hanno lanciato una campagna contro i loro villaggi nello stato di Rakhine in risposta agli attacchi contro gli avamposti della polizia del Myanmar da parte dei militanti rohingya.

Bangladesh e Myanmar avevano formato un gruppo di lavoro congiunto nel mese di dicembre, per studiare i termini del rimpatrio delle centinaia di migliaia di rifugiati rohingya fuggiti in Bangladesh negli ultimi mesi, per sfuggire all’offensiva militare nella parte occidentale del paese.

Il Myanmar aveva già firmato un accordo con il Bangladesh il 23 novembre per rimpatriare gli oltre 650.000 Rohingya che avevano attraversato il confine con il Bangladesh dalla fine di agosto.

L’Onu e diverse organizzazioni per i diritti umani avevano condannato gli abusi contro la popolazione rohingya ritenendoli parte dell’offensiva e l’hanno definita pulizia etnica.

Medici senza frontiere, in un suo studio pubblicato a fine 2017, ha riscontrato che almeno 6.700 rohingya, tra cui 730 bambini di età inferiore a cinque anni, sono stati uccisi in Myanmar solo nel primo mese della crisi.

Secondo i dati dell’organizzazione nei campi profughi di Cox’s Bazar nel Bangladesh sud-orientale, almeno 9.000 Rohingya sono morti tra il 25 agosto e il 24 settembre. Il 24,71 per cento di loro a causa di atti violenti, afferma Msf. «Si ritiene che almeno 6.700 Rohingya, secondo le stime più conservative, siano stati uccisi, compresi almeno 730 bambini al di sotto dei cinque anni», aveva affermato  l’organizzazione.

Maddalena Ingrao