BAHREIN. Addio Plastica

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I mari inquinati dalla plastica, i cetacei uccisi da materiale plastico, le foto che mostrano un mondo di plastica, rendono sempre più urgente trovare un’alternativa all’uso di questo materiale difficile da smaltire senza inquinare. A dare il buon esempio, questa volta, non sono i paesi del nord Europa o dell’Oriente, ma il piccolo stato del Bahrein. 

Manama, secondo l’agenzia di stampa del Bahrain, BNA, inizierà a eliminare gradualmente l’uso di prodotti in plastica a luglio. La notizia è stata diramata mercoledì 12 giugno. Nella nota di agenzia si legge che un ordine ministeriale in merito alle norme tecniche per i prodotti in plastica entrerà in vigore il 21 luglio 2019.

L’ordine regolerà e eliminerà gradualmente l’uso di sacchetti di plastica. La prima fase si concentrerà sui sacchetti di plastica monouso e sul divieto di importare sacchetti di plastica non biodegradabili. Le fasi successive saranno testimoni di un divieto permanente all’uso di sacchetti di plastica in determinati centri commerciali e supermercati.

Il Bahrein si è unito a una serie di paesi leader nel vietare l’importazione di rifiuti di plastica, in seguito alla richiesta delle Nazioni Unite di mitigare l’inquinamento oceanico e il cambiamento climatico, ha aggiunto BNA.

Ad aderire alla campagna delle Nazioni Unite contro la plastica nei giorni scorsi la Malesia che ha annunciato l’invio di 3.300 tonnellate di rifiuti di plastica, inclusi Cd, cavi elettrici isolati e contenitori di latte in paesi che vanno dall’Australia al Bangladesh, Canada, Cina, Giappone e Arabia Saudita. Giorni dopo, le Filippine hanno rispedito 69 container di pannolini sporchi canadesi e altri rifiuti portati nel paese tra il 2013 e il 2014. Nessuno vuole più essere un paese spazzatura. E la spazzatura resta. 

L’Europa, da tempo, ha dato vita all’idea di una economia circolare anche per i rifiuti, ovvero il ciclo di produzione, utilizzo e smaltimento dovrebbero essere vicino a chi produce. L’Europa ha fissato obiettivi ambiziosi per raggiungere un’economia circolare su scala continentale nei prossimi trent’anni.

Maddalena Ingrao