Il Kerry di Baghdad

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IRAQ – Erbil. 25/06/14. Il quotidiano Almada ha descritto l’incontro tra il leader del Krg, Massoud Barzani, e il segretario di Stato statunitense, John Kerry.

Secondo quanto pubblicato, Kerry avrebbe detto che vi è da parte di tutti la necessità di capire che, dopo gli eventi di Mosul, siamo di fronte a «una nuova realtà e un nuovo Iraq». Kerry sarebbe, infatti, arrivato a Erbil con l’incarico di convincere Barzani a partecipare a un nuovo governo, più «consensuale e inclusivo», in cui la presenza dei curdi sarà fondamentale. Secondo il giornale, il Segretario di Stato avrebbe detto a Barzani che Washington «comprende le preoccupazioni dei leader curdi, e il loro pensiero in queste circostanze critiche».
Kerry ha aggiunto che «la priorità ora, è affrontare il terrorismo in Iraq, una minaccia a livello mondiale, e che il ruolo dei curdi è vitale, per amplificare il quale è necessario un accordo politico» per attuare tutte le modifiche necessarie a far fronte alla crisi.
John Kerry, in Kurdistan, ha avuto colloqui con gli altri leader della regione, tra cui il leader del Mdc Nushirwan Mustafa, in una mossa che riflette la coesione dei partiti curdi sulle nuove realtà.
Kerry ha, poi, chiesto ai leader curdi, di affiancare Baghdad contro i militanti che minacciano di dividere il paese. Per la Reuters, gli Usa «ritengono di convincere i curdi che la loro partecipazione al processo politico di Baghdad sia un fattore vitale per mantenere possibile in Iraq la vendita di petrolio».
L’incontro con il Krg, avviene dopo l’incontro avvenuto il giorno precedente a Baghdad, in cui Kerry ha chiaramente detto al Maliki (foto a destra) che, in primo luogo, qualsiasi sostegno degli Stati Uniti per combattere efficacemente il terrorismo, resta subordinato alla formazione di un governo accettato e rappresentativo di tutti.
Kerry ha sottolineato la necessità di convocare il parlamento a luglio per iniziare il processo costituzionale per la formazione del nuovo governo, secondo i risultati delle elezioni di aprile.
Riferendosi a Isis, Kerry ha detto che «si tratta di una minaccia, e non si può permettere che trovino un rifugio sicuro da nessuna parte». Kerry ha poi aggiunto che, riferendosi allo sforzo degli iracheni di creare un nuovo governo, vanno fatte guarire le profonde divisioni tra sciiti e sunniti, curdi e altri piccoli gruppi «per questo ripeto che il presidente Obama non avrebbe esitato a intraprendere un’azione militare se lo ritenesse necessario, anche di fronte ad un ritardo nella formazione del governo iracheno», ha aggiunto il Segretario di Stato. Nella capitale irachena, Kerry ha incontrato il primo ministro Nuri al-Maliki, Bamar Hakim, capo del Consiglio Supremo islamico, il presidente del parlamento, Osama Najafi, e il ministro degli Affari esteri Bhochear Zebari.