Cambio al governo australiano

251

AUSTRALIA – Canberra 14/09/2015. Tony Abbott ha perso la battaglia per la leadership all’interno del partito liberale australiano.

Abbott (a destra nella foto) è stato sconfitto da Malcolm Turnbull (a sinistra), il 14 settembre, nella direzione del partito, con 54 voti su 99 voti mentre Abbott ha avuto i rimanenti 44. L’attuale ministro degli Esteri Julie Bishop è stata eletta vice presidente del partito, con 70 voti contro Kevin Andrews. Con il governo conservatore di coalizione in calo nei sondaggi, Turnbull ha detto che l’Amministrazione Abbott non era stato in grado di fornire «la leadership economica di cui la nostra nazione ha bisogno», riportano i media locali. Abbott, al potere dal 2013, è stato costretto al voto in direzione dopo l’accusa di Turnbull di essersi sottratto al cambio dopo le recenti sconfitte. Ex avvocato, milionario, esponente dell’elettorato di certo elevato di Sydney, Turnbull è stato a lungo considerato il principale sfidante di Abbott che ora dovrà dimettersi da premier vista l’attuale legislazione australiana secondo cui chi è alla guida del partito liberale diventa primo ministro, guida della coalizione conservatrice. Non è la prima volta negli ultimi anni che un primo ministro australiano è stato rimosso da un voto contrario all’interno del partito: prima di Abbott, era toccato ai premier Labor Kevin Rudd e Julia Gillard, nel 2010 e nel 2013. Le prossime elezioni politiche nazionali, che si terranno a metà gennaio 2017, dovrebbero consentire al neo premier di poter modificare la politica australiana per evitare, come ha detto lo steso Turnbull: «Se continuiamo con Abbott come primo ministro, è abbastanza chiaro cosa accadrà. Cesserà di essere primo ministro e sarà sconfitto da Shorten», Bill Shorten guida il partito laburista australiano. Nel 2009 Turnbull guidava il partito liberale all’opposizione fino a che Abbott non lo fatto cadere nello stresso modo. Abbott, perse le elezioni nel 2010, le ha stravinte nel 2013. Turnbull ha detto, a ridosso del voto in direzione, che l’Australia aveva bisogno di una leadership «che rispetti l’intelligenza della gente, che spieghi le questioni complesse e poi definisca il corso di azione che riteniamo opportuno prendere (…) Abbiamo bisogno di sostegno, non di slogan». Il partito laburista gode di un solido vantaggio sul governo dal 2014; i recenti sondaggi hanno registrato un tasso di insoddisfazione del governo Abbott pari al 63 per cento.