Timori tagiki per l’Afghanistan

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RUSSIA – Novo-Ogaryovo 03/08/2013. Il presidente Vladimir Putin ha incaricato l’esercito russo di valutare i rischi connessi al ritiro delle truppe statunitensi e internazionali della coalizione dall’Afghanistan e di aiutare il Tagikistan ad affrontare le potenziali minacce post-ritiro, ha annunciato il ministro della Difesa Sergei Shoigu.

«Gli ordini del presidente Vladimir Putin sono semplici: valutare tutti i rischi e aiutare le forze armate tagike ad affrontarli», ha detto Shoigu dopo i colloqui tra Putin e il suo omologo tagiko, Emomali Rakhmon.

Shoigu ha poi specificato che il programma per modernizzare l’esercito tagiko potrebbe costare fino a 200 milioni di dollari e prevedere aggiornamenti delle attrezzature esistenti, nonché acquisti di nuove armi.

Il programma dovrebbe essere attuato in tre fasi, tra il 2013 e il 2015, e in due periodi di cinque anni più tardi.

Secondo il Military Balance Report dell’International Institute of Strategic Studies, le forze armate tagike sono pari a 16.300 unità (dato 2011), e comprendono unità terrestri e mobili, una forza aerea e una forza anti-aerea che utilizzano strumenti obsoleti di epoca sovietica.

Allo stesso tempo, il Tagikistan dipende per la sicurezza in larga misura dalla presenza di una base russa sul suo territorio.

Settemila soldati russi sono stazionati presso tre strutture militari, note come la Base 201: a Dushanbe, nella città sud-occidentale di Qurgonteppa, circa 100 chilometri da Dushanbe, e a Kulob, circa 200 chilometri a sud-ovest della capitale.

La base è stata inaugurata nel 2004 e ospita il più grande contingente militare della Russia schierato all’estero. Mosca e Dushanbe hanno concordato a ottobre 2012 che il contingente sarebbe rimasto in Tagikistan almeno fino al 2042.

Il presidente tagiko Rakhmon ha detto che il parlamento dovrebbe ratificare l’accordo sulla Base 201 questo autunno.

L’agenzia di intelligence militare russa, il Gru, ha detto a maggio di prevedere una crescente influenza dei talebani in Afghanistan dopo che l’uscita delle forze della coalizione internazionale.

Il capo del Gru, il tenente generale Igor Sergun, ha detto che la situazione in Afghanistan rappresenta una «seria sfida per la stabilità internazionale» e il ritiro Isaf nel 2014 potrebbe aumentare la minaccia del terrorismo e dell’estremismo religioso.