ARGENTINA. Alla vigilia delle elezioni, schizza l’inflazione

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L’economia argentina è in crisi da quando il presidente Macri ha firmato un accordo multimiliardario con il Fmi. I nuovi dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica (Indec) mostrano che l’inflazione per il mese di settembre è stata la più alta del 2019, al 5,9 per cento, spingendo l’inflazione annuale fino al 53,5 per cento, riporta Telesur

I beni con i maggiori aumenti di prezzo sono quelli consumati in modo sproporzionato dalle famiglie a basso reddito. Le cifre potrebbero danneggiare il presidente neoliberale Mauricio Macri, che si trova ad affrontare le elezioni il prossimo 27 ottobre. Il prezzo di alcuni beni di prima necessità è aumentato ancora di più in settembre. Il prezzo del pane è aumentato del 14,2%, quello del pollo del 14,3%, quello dei pannolini per bambini dell’11,4%. Gli economisti dicono che le famiglie a basso reddito sono più duramente colpite in quanto l’inflazione più alta è sui beni prioritari per tali famiglie. 

L’economia argentina è in crisi da quando il Presidente Macri ha firmato un accordo multimiliardario con il FMI, costringendo il paese ad adottare riforme economiche neoliberali. Da allora il paese ha conosciuto un’inflazione sempre più in fuga, un aumento della disoccupazione e una crescita negativa.

Le cifre mostrano che il 36,4% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, pari a 16 milioni di persone. Questa cifra è aumentata di oltre l’8% solo nell’ultimo anno, mentre il 7,7% dei senzatetto, pari a 3,4 milioni di argentini. La povertà infantile è particolarmente elevata, di coloro che hanno meno di 14 anni, il 52 per cento sono ufficialmente poveri. 

Le elezioni sono fissate per il 27 ottobre, i sondaggi hanno indicato che il candidato progressista Alberto Fernandez rischia di vincere, insieme alla sua compagna nella corsa presidenziale, Cristina Fernandez, l’ex presidente che ha nazionalizzato le riserve petrolifere del paese.

Lucia Giannini