ARGENTINA. Affonda l’economia, mentre Macri perde consenso 

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Gli impiegati pubblici argentini sono entrati in sciopero il 10 settembre per chiedere aumenti salariali a causa dell’elevata inflazione, chiedendo la reintegrazione delle persone licenziate negli ultimi mesi.

Manifestazioni si sono tenute in tutto il paese sudamericano, con la manifestazione principale che si è svolta a Buenos Aires. L’Asociación de Trabajadores del Estado, Ate, e il sindacato autonomo Central de Trabajadores de Argentina hanno chiesto un’azione a livello nazionale a favore dell’occupazione in un momento di ulteriore escalation della lunga crisi economica del paese, che risale all’aprile 2018, riporta Efe.

Le azioni argentine e il peso sono crollati dopo che il governo del presidente Mauricio Macri, sconfitto alle primarie dell’11 agosto, ha riconosciuto che la rinnovata debolezza della valuta si rifletterà nel dato sull’inflazione di agosto. Il tasso di inflazione annuale dell’Argentina era del 54,5% a luglio, anche se i prezzi al consumo stavano decelerando prima che la crisi si rialzasse il mese scorso.

«La misura è volta a chiedere la reintegrazione di tutti i lavoratori licenziati, la riapertura delle trattative degli stipendi, il ripristino di tutti i programmi ritirati, il rifiuto dell’accordo di stabilità tra il governo e l’Unión Del Personal Civil De La Nación, Upcn», si legge in un comunicato Ate.

I sindacati di ogni settore economico argentino negoziano con gli enti pubblici gli aumenti salariali adeguati all’inflazione. Ma molti di questi accordi sono diventati obsoleti perché gli aumenti dei prezzi al consumo hanno superato di gran lunga gli aumenti salariali concordati contrattualmente.

L’amministrazione di Macri sta vivendo un periodo estremamente difficile con diversi settori che tengono manifestazioni antigovernative e Macri che perde contro il rivale di centro-sinistra Alberto Fernandez con un enorme margine di 16 punti percentuali nelle elezioni primarie di agosto. Quel risultato ha segnalato che Macri ha una strada in salita per vincere la rielezione il 27 ottobre (un secondo turno si terrà, se necessario, il 24 novembre).

Ate ha denunciato che alcuni settori del pubblico impiego in Argentina, paese in cui circa il 32 per cento della popolazione è sotto la soglia di povertà, ora ricevono uno stipendio inferiore al costo del paniere alimentare di base.

Il governo ha risposto al crollo dei prezzi delle azioni e al forte deprezzamento del peso imponendo il controllo dei capitali il 2 settembre. Tra le altre misure adottate allora nel tentativo di stabilizzare i mercati finanziari, Macri ha limitato gli acquisti in dollari da parte di singoli individui a 10.000 dollari al mese e ha richiesto agli esportatori di riportare nel paese tutta la valuta forte dalle loro vendite all’estero.

Queste misure sono state sorprendenti perché una delle prime mosse di Macri, quando si è insediato alla fine del 2015, è stata la rimozione dei controlli sui capitali. L’amministrazione di Macri ha recentemente adottato altre misure volte ad alleviare le difficoltà economiche, tra cui la sospensione dell’imposta sul valore aggiunto sui beni di prima necessità e il congelamento temporaneo dei prezzi della benzina e del gasolio.

Maddalena Ingroia