Riad persegue Twitter per Ashraf Fayadh

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ARABIA SAUDITA – Riad 26/11/2015. L’Arabia Saudita intende perseguire qualsiasi utente Twitter che paragoni la recente condanna a morte di un poeta comminata da un tribunale del regno alle simili condanne eseguite da Daash.

Ashraf Fayadh, (nella foto) trentacinque anni, poeta di nazionalità palestinese, è stato condannato a morte per apostasia dal tribunale di Abha il 17 novembre. La sentenza ha provocato la condanna unanime e ampia, non solo da parte delle organizzazioni internazionali per i diritti umani, ma anche da milioni di utenti Twitter e di altri social media. Secondo quanto riporta il quotidiano Al-Riyadh, che cita fonti del ministero stesso: «Il ministero della Giustizia perseguirà chiunque abbia descritto (…) la condanna a morte di un uomo per apostasia come “Isis-like” (…) Mettere in discussione l’equità del giudice equivale a mettere in discussione la giustizia del Regno e il suo sistema giudiziario basato sulla legge islamica, che garantisce i diritti e garantisce la dignità umana». I tribunali del Regno, prosegue il giornale, non esiteranno a mettere sotto processo «chiunque abbia diffamato in diverso modo la magistratura religiosa del Regno». Il regno, stretto alleato occidentale, ha eseguito 152 condanne a morte nel 2015; si tratta del numero più alto mai registrato dal 1995, secondo Amnesty International. Va comunque sottolineata la similarità della sentenza e delal pena applicata dai tribunali del Regno saudita e dello Statoi Islamico che nel comminare le sentenze hanno la stessa fonte normativa, la legge coranica.