ARABIA SAUDITA. MBS mette i suoi fedeli per accelerare l’IPO Aramco

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Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha segnalato che non sarà scoraggiato nella sua ricerca della più grande Ipo nella storia, mettendo in disparte senza tante cerimonie il ministro dell’Energia del paese durante il fine settimana e ponendo al suo posto alleati di fiducia. Khalid al-Falih, che la scorsa settimana ha supervisionato non solo il Ministero dell’Energia e delle Industrie, ma anche la Saudi Aramco, ha dapprima perso i portafogli della compagnia petrolifera statale e dell’industria, e giorni dopo il ministero stesso. Non gli è stato conferito un ruolo consultivo conciliante. 

Yasir al-Rumayyan, l’uomo al timone del Fondo di Investimento Pubblico dell’Arabia Saudita, sarà ora anche a capo del Saudi Aramco – il gigante petrolifero statale la cui parziale privatizzazione andrà a beneficio del fondo. Il Pif (Fondo pubblico d’investimento), con investimenti che vanno dall’app Uber alla compagnia petrolchimica saudita Sabiq, è il veicolo con cui Mohammed bin Salman spera di finanziare la revisione dell’economia del regno e la sua diversificazione dal greggio, riporta Asia Times. Il principe Abdulaziz bin Salman, figlio maggiore del re e fratellastro del principe ereditario, è oggi il nuovo ministro dell’Energia, la prima volta nella storia del regno.

Considerato come un veterano del ministero e delle delegazioni dell’Opec con una profonda conoscenza dei mercati petroliferi, era il candidato ideale per la corte reale, con una reputazione professionale che compensa le questioni su evidenti legami familiari. Le improvvise scosse, tuttavia, riflettono in definitiva le ambizioni del principe ereditario, che vuole l’Ipo entro l’inizio del 2021. L’elevazione del capo del Pif Rumayyan e del principe Abdulaziz sarebbero quindi direttamente collegate agli obiettivi gemelli dell’Ipo e alla raccolta di capitali per l’accresciuto ruolo del Pif nei progetti di sviluppo nazionale; di fatto, l’economia saudita oggi è più controllata dallo stato, rispetto al suo recente passato.

La nomina di Rumayyan, capo del Fondo pubblico d’investimento, alla guida di Aramco, rafforzerà il controllo del Pif sul gigante petrolifero statale in vista della sua offerta pubblica (Ipo). Il Regno saudita ha selezionato JPMorgan, Morgan Stanley e la propria Banca Commerciale Nazionale per i ruoli principali nell’Ipo, mentre Citi, Goldman Sachs, Hsbc e Samba Financial potrebbero avere ruoli di gestione, riporta Reuters. Stando a Bloomberg, Riyadh starebbe facendo pressione sulle sue famiglie più ricche per impegnarsi a investire ancora prima della vendita. Resta aperta la questione su dove saranno collocate le azioni di Aramco.

Donald Trump aveva spinto pubblicamente per una quotazione in Borsa di New York, nonostante la causa in corso per l’11 settembre contro il governo saudita. Le incertezze della Brexit a Londra e gli sconvolgimenti a Hong Kong hanno elevato la soglia di attenzione e di rischio, elevando il potenziale di mercati sotto-esplorati come Tokyo. Altro fattore chiave per la quotazione in borsa di Aramco, che, secondo il principe ereditario, dovrebbe essere valutata a più di 2.000 miliardi di dollari, sarà lo stato del mercato petrolifero. Aumentare il prezzo del petrolio è un’aspettativa del ministro dell’energia entrante: «Uno dei primi compiti che il nuovo ministro deve affrontare è cosa fare per quanto riguarda l’eccesso globale di petrolio (…) I ministri del petrolio dell’OPEC si incontrano questa settimana ad Abu Dhabi con i loro omologhi non OPEC per discutere del perché i prezzi rimangono ostinatamente bassi nonostante i grandi tagli alla produzione da parte del gruppo OPEC+ e le riduzioni dell’offerta in Venezuela, Libia e Iran», riporta Arab News. Il bilancio saudita richiede un prezzo molto più alto, più vicino agli 80 dollari al barile.

Il ministro saudita dell’energia Abdulaziz ha già segnalato che il Regno si atterrà ai tagli alla produzione globale concordati dall’Opec+ e ha persino lasciato la porta aperta per ulteriori tagli, riporta Al-Arabiya.

Graziella Giangiulio