ARABIA SAUDITA. Base d’intelligence a Gibuti

340

Il ministro della Difesa di Gibuti, Ali Bahdon, ha accolto con favore la creazione di una base militare saudita nel paese, affermando che le relazioni tra Gibuti e Riad non si limitano alla cooperazione militare. In un’intervista al quotidiano saudita Asharq al-Awsat, Bahdon ha detto che gli esperti sauditi erano già arrivati a Gibuti per valutare la cooperazione militare.

«Le parti hanno firmato un accordo militare ad aprile (…) Se la base sarà costruita, diventerà parte della cooperazione militare tra le due nazioni, e accogliamo con favore la sua creazione», ha detto, aggiungendo che gli ufficiali e studenti di Gibuti stavano studiando nei collegi militari in Arabia Saudita. Bahdon ha inoltre detto che l’impianto saudita contribuirebbe alla cooperazione militare tra i due paesi, osservando che le relazioni bilaterali hanno superato la cooperazione militare per raggiungere legami storici, ideologici e culturali. «Ci sono relazioni storiche, ideologiche e culturali con il Regno, e noi siamo un popolo che condivide gli stessi valori, e abbiamo gli stessi problemi e le stesse questioni; le relazioni sono molto più mature ora, poiché ci troviamo in una nuova fase di cambiamenti geopolitici nella regione», ha continuato Bahdon. Secondo il Ministro, la base non sarebbe una soluzione al problema del contrabbando attraverso il mare, in quanto «ha limiti in cui opera e capacità che servono obiettivi specifici».

Alla fine del 2017, il ministro degli Esteri di Gibuti Mahmoud Ali Youssouf ha annunciato che il suo paese avrebbe accolto con favore la proposta saudita di creare una base militare nel paese, affermando che le autorità militari saudite avevano fatto diversi viaggi nel suo paese per la creazione di una struttura in loco. Gibuti ospita una serie di strutture militari e navali straniere, tra cui quelle appartenenti a Cina, Giappone, Italia, Francia e Stati Uniti.

Gibuti, nazione povera di risorse strategiche del Corno d’Africa, vive di fatto grazie alle “donazioni” dell’Arabia Saudita, di cui ha seguito le orme in politica estera, fra cui la rottura delle relazioni diplomatiche con l’Iran in gennaio. Riyadh sembra pensare di usare la base più come un avamposto di intelligence, attraverso il quale potrebbe essere in grado di monitorare i movimenti iraniani nella regione. I leader sauditi accusano l’Iran di aver finanziato e armato gli Houthi, un’accusa che l’Iran respinge con forza.

Tommaso Dal Passo