AMERICA LATINA. Le proteste diffuse stanno spezzando la già debole economia sudamericana

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Le ondate di proteste e l’instabilità politica in America Latina hanno colpito l’economia della regione, che attualmente sta affrontando un rallentamento, una svalutazione e una dipendenza estesa dal mercato delle materie prime oggi in crisi.

L’economia ha rispecchiato i tempi turbolenti che colpiscono la regione, con una crescita lenta stimata per quest’anno allo 0,1% e all’1,4% per il 2020, secondo la Commissione economica per l’America Latina e i Caraibi delle Nazioni Unite. Le proteste hanno aumentato l’incertezza economica, aggiungendo un altro fattore di rischio ai bilanci di quest’anno. Efe riporta le cinque questioni chiave sulla situazione economica in America Latina, utili per comprendere quanto sta avvenendo in Cile, Bolivia, Ecuador e cova sotto la cenere in altri stati:

1. FINE DELLA PROSPERITÀ E DELLA DISUGUAGLIANZA
L’America Latina rimane la regione con i peggiori risultati al mondo in termini di disuguaglianza. Il ciclo delle materie prime e delle politiche pubbliche ha permesso il consolidamento di una classe media e ha reso più forti le richieste di un benessere diffuso ai loro governi. Decidere quali settori della società sopporteranno l’onere di finanziare una maggiore spesa pubblica, creerà senza dubbio tensioni sociali.

Inoltre i paesi dell’America Latina hanno ancora l’indice che calcola la disuguaglianza di reddito tra i cittadini relativamente alto, così come i sistemi fiscali che non sono progressivi. La presenza di monopoli ha fattori che le classi più povere deve pagare sempre di più alcuni prodotti, abbassando il reddito reale delle persone.

2. EFFETTI DELLE PROTESTE
Il Cile ha iniziato a sentire gli effetti delle proteste sulla sua economia, riportando un calo annuo del 21% delle sue esportazioni, che il mese scorso sono state pari a 5,2 miliardi di dollari. Il ministero delle Finanze cileno ha previsto che l’economia del paese crescerà quest’anno di circa il 2%, lo 0,6% in meno rispetto alle stime prima dell’inizio dei disordini sociali a metà ottobre.

In Bolivia, le proteste scoppiate dopo le elezioni presidenziali hanno generato perdite di almeno 167 milioni di dollari. Allo stesso modo, il settore produttivo dell’Ecuador ha perso almeno 1,6 miliardi di dollari di vendite negli 11 giorni in cui l’attività economica è stata interrotta a causa dell’ondata di manifestazioni all’inizio di ottobre. Dopo aver raggiunto una crescita fino al 6,5% nell’attuale decennio, il prodotto interno lordo del Nicaragua, che aveva raggiunto il 6,5% nell’attuale decennio, è sceso al 3,8% nel 2018. Quest’anno si stima che ci sarà un’altra contrazione tra il 5,4% e il 6,8%, principalmente a causa della crisi socio-politica del paese centroamericano.

3. SVALUTAZIONE
La svalutazione è peggiorata in mezzo alle proteste, le transizioni politiche e il deterioramento degli indicatori economici, aumentando il debito in valuta nazionale e lo sforzo finanziario richiesto per ripagare il debito estero; il peso argentino è la valuta più svalutata rispetto al dollaro negli ultimi 12 mesi nella regione con un deprezzamento del 65,9%. Il ritorno di politiche populiste in Argentina ha aumentato la probabilità di default del debito, e gli investitori hanno venduto valuta locale.

Un’altra delle valute regionali più svalutate lo scorso anno è stato il peso cileno, al 15,26%, che continua ad essere sottoposto a pressioni da “turbative interne”. L’economia dell’Uruguay è stata colpita dalla situazione in Argentina: il peso uruguaiano ha subito un deprezzamento annuo del 15,25% rispetto al dollaro.

Anche il Brasile non è rimasto immune: con una svalutazione del 9,77% del real negli ultimi 12 mesi; così come la Colombia, che ha subito un calo del 7,94% del valore del suo peso. La moneta del Venezuela si è svalutata del 99,72% in un anno arrivando a 23.402,91 bolivar per dollaro il 31 ottobre.

4. RISCHIO NAZIONALE
Il rischio percepito per gli investitori è stato un altro fattore che ha complicato le cose in presenza di costi di finanziamento più elevati. In Ecuador, il premio per il rischio paese è salito il mese scorso a 823 punti il 16 ottobre, il tasso più alto dell’anno.

Seguendo lo stesso schema, il rischio dell’Argentina è salito la scorsa settimana a 2.527 punti, rispetto ai 617 di un anno fa. Il premio di rischio del Brasile ha raggiunto 117 punti a fine ottobre, il più basso dal maggio 2013, a causa di un calo costante dei tassi di interesse di base e delle riforme pensionistiche.

Mentre le proteste sociali possono implicare un rallentamento del flusso di capitale a causa del maggiore rischio percepito dagli investitori globali, l’America Latina continua ad offrire buone condizioni di rendimento adeguate al rischio, il che significa che il capitale continuerà ad affluire nella regione.

5. QUADRO DI INCERTEZZA
Il corso attuale e futuro delle economie latinoamericane è sintetizzabile nell’espressione “incertezza globale senza precedenti”. La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha portato gli investitori ad adottare una posizione conservatrice e a rifugiarsi nei beni più sicuri forniti dai paesi più stabili.

Graziella Giangiulio