ALGERIA. Le proteste hanno bloccato lo sviluppo dei fosfati algerini 

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La lunga serie di proteste politiche in Algeria sta mettendo in crisi le possibilità dell’Algeria di diventare leader mondiale nel mercato del fosfato. Il progetto della zona industriale nella regione di Tebassa è stata progettata per rafforzare la competitività dell’industria algerina del fosfato sui mercati globali e continentali. Secondo gli ultimi sviluppi, tuttavia, il progetto è sull’orlo del collasso, riporta Morocco World News.

Dall’inizio delle proteste, il progetto ha visto il susseguirsi di fallimenti che hanno decisamente raffreddato l’entusiasmo degli investitori. Secondo i rapporti, interminabili ritardi nel completamento degli impianti hanno sollevato interrogativi sull’efficacia e l’utilizzo del mega-progetto. Il 16 maggio, la Algerian Energy Company, Aec, di proprietà del governo algerino, ha annunciato che nessun candidato ha finora risposto al bando di gara lanciato dal governo algerino per attirare investitori stranieri nella fase di costruzione del progetto.

La mancanza di offerenti che si uniscano agli sforzi del governo algerino significa che né l’impianto di fertilizzanti ad Annaba, una città portuale dell’Algeria settentrionale, né l’impianto di desalinizzazione di Guerbes saranno completati nei tempi previsti, ha dichiarato l’Aec, mettendo a rischio l’intero progetto. Oltre a produrre fertilizzanti di qualità, sufficiente per gli agricoltori nazionali e a offrire opportunità di lavoro ai giovani nelle aree vicine alle piante, l’Algeria sperava di competere con il Marocco nel mercato globale e continentale del fosfato.

Con un investimento di 10 miliardi di dollari, il megaprogetto dovrebbe catapultare l’Algeria tra i primi produttori mondiali di fertilizzanti. Entro il 2022, la produzione annua di fertilizzanti dell’Algeria dovrebbe passare in modo esponenziale dall’attuale livello di 1,5 tonnellate a 10 tonnellate, facendo di Algeri un attore chiave nel mercato globale. Se il progetto fosse stato completato nei tempi previsti, le proiezioni per il 2022 prevedevano che l’Algeria avrebbe esportato ben 3 milioni di tonnellate di fertilizzanti, rendendo il paese un concorrente della marocchina Ocp. Le proteste hanno colpito duramente gli sponsor politici del progetto: l’ex primo ministro Ahmed Ouyahia, oggi lontano dal potere, e i fratelli Reda, Karim e Tarik Kouninef, tre dei più potenti uomini d’affari algerini, adesso in carcere.

Antonio Albanese