ALGERIA. Gli ex militari sono con i manifestanti anti-Bouteflika 

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I veterani algerini hanno detto di essere dalla parte dei manifestanti che chiedono le dimissioni di Abdelaziz Bouteflika. I manifestanti da giorni chiedono, infatti, le dimissioni del malato presidente Bouteflika e gli ex militari hanno definito come legittime le istanze dietro le proteste e hanno esortato tutti i cittadini a scendere in piazza, creando un’altra crepa nell’élite oggi al potere.

I disordini in corso rappresentano la sfida più grande per Bouteflika e la sua cerchia di militari, servizi segreti e uomini d’affari. «È dovere della società algerina, in tutti i suoi segmenti, di scendere in piazza», ha detto l’influente Organizzazione Nazionale dei Mujahideen – veterani che hanno combattuto al fianco di Bouteflika nella guerra di indipendenza del 1954-1962 contro la Francia.

Migliaia di persone si sono radunate nelle città algerine nelle più grandi proteste dalla “primavera araba” del 2011, chiedendo all’ottantaduenne Bouteflika di non presentarsi alle elezioni previste per il 18 aprile. Bouteflika ha presentato i documenti il 3 marzo.

Anche alcuni funzionari del Fln, il partito di Bouteflika al potere, si sono presentati alle manifestazioni. Diverse personalità pubbliche hanno annunciato le dimissioni in un paese in cui i cambi di personale avvengono normalmente a porte chiuse. Se l’indizione dello sciopero generale è stata inascoltata, oggi si apre una nuova sfida per il governo: una chiamata online per una “marcia di 20 milioni” il prossimo 8 marzo.

Se le classi più anziane che hanno subito le persecuzioni della guerra civile degli anni Novanta, tollerano la repressione del dissenso in cambio di stabilità, i giovani non hanno alcun legame reale con la guerra d’indipendenza che dà l’allude agli anziani leader algerini e, alla disperata ricerca di lavoro, hanno perso la pazienza. I manifestanti hanno elogiato i militari, che sono rimasti in caserma durante i disordini, in attesa che la situazione si definisca meglio.

Il capo di Stato maggiore dell’esercito, generale Gaed Salah, ha ribadito il 6 marzo, che l’esercito non permetterà un crollo della sicurezza: «Siamo impegnati a garantire condizioni di sicurezza che tali da garantire agli algerini di adempiere ai loro doveri elettorali!» ha detto il generale sul canale televisivo Ennahar. Dopo le proteste del 5 marzo, l’Algeria ha vissuto tranquillamente il giorno successivo, a parte una manifestazione nella città di Bejaia.

Antonio Albanese