Tre anni al default algerino?

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ALGERIA – Algeri 25/09/2015. Il 20 settembre una serie di esperti hanno lanciato l’allarme sui rischi per l’economia algerina causati dal continuo calo del petrolio. Come riporta il quotidiano algerino, Le Matin Algérie, il calo del prezzo del petrolio può durare diversi anni, e il suo impatto negativo sull’economia del paese può essere vasto dal momento che l’economia algerina dipende in gran parte da questo entrate.

La tavola rotonda sul tema “Du défi de la résilience à l’exigence de l’émergence de l’économie algérienne”, organizzato dal Consiglio nazionale economico e sociale (Cnes), è stata unanime: la caduta del prezzo del petrolio può durare da tre a cinque anni o più.
Così si è espresso, l’economista, Mourad Preure che ha tracciato diversi scenari possibili per l’evoluzione dei prezzi del petrolio a breve termine; si prevede ancora un calo del petrolio anche di dieci dollari al barile nella seconda metà del 2016. Il mercato del petrolio dovrebbe rimanere, ha aggiunto Preure, volatile nel medio termine, per poi risalire a lungo termine. Il declino dell’oro nero che rappresenta il 95% delle entrate dell’Algeria mette questo paese in una situazione finanziaria difficile se non verranno intraprese azioni e non si ritarderà ulteriormente nel azioni.
Di fronte a questa situazione, l’ex Ad di Sonatrach, Abdelmajid Attar, raccomanda un’azione prioritaria di revisione del modello energetico, riducendo il consumo interno che rappresenta, secondo lui, il rischio più grande per la diversificazione della ricchezza: «Il consumo interno sta crescendo a un ritmo insostenibile e la capacità produttiva attuale non può stargli dietro», ha detto chiedendo una politica di risparmio energetico e di sviluppo delle energie rinnovabili. Attar raccomanda inoltre la riduzione dei costi operativi utilizzando depositi di partnership estere. Il professor Nadia Scethar, dell’università di Annaba, ritiene poi che la dipendenza nei confronti del petrolio può essere trasformato in un vantaggio per lo sviluppo dell’industria di trasformazione. Sostanzialmente, propone di sviluppare una industria petrolchimica e l’Algeria può collocarsi facilmente in questo segmento grazie all’esistenza di un significativo mercato nazionale e globale.
Le misure da prendere, cominciato dal dibattito, potrebbero tradursi in un ricambio politico e in diverse politiche fiscali per affrontare la volatilità dei tassi di cambio nei prossimi mesi, incoraggiare la creazione di piccole e medie imprese e il loro finanziamento attraverso il settore bancario .
L’allarme maggiore è stato lanciato da Ammar Aktouf, che mette in guardia contro la possibilità del default nei pagamenti dell’Algeria in tre anni, se continuasse la flessione del mercato del petrolio; per uscire dalla crisi occorrerebbe usare come garanzia per superare la crisi, l’indebitamento interno e utilizzare le riserve di valuta estera nonché il Fondo di stabilizzazione delle entrate; rafforzando ulteriormente il controllo dei capitali, per mitigare gli effetti della crisi economica.