AGRICOLTURA. Rinnovare la politica comune per battere la crisi da coronavirus

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La riforma della Politica Agricola Comune (PAC) del 2013 era stata decisa in un periodo di piena recessione. Dopo di allora, la crescita era ripresa, ma attualmente sta di nuovo subendo una forte battuta d’arresto a seguito della crisi da Covid-19. Inoltre, gli sviluppi geopolitici hanno accresciuto l’incertezza dei mercati (uscita del Regno Unito nel gennaio 2020, crisi del partenariato UE-USA dopo l’elezione del presidente Trump). 

D’altro canto, già prima della pandemia stavamo assistendo a una stagnazione del multilateralismo commerciale senza che gli accordi bilaterali riuscissero a smorzare le tendenze protezionistiche. Infine, le sfide legate ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità, risultanti dall’entrata in vigore dell’accordo di Parigi (COP 21) e dal rispetto degli impegni delle Nazioni Unite (SDGs), si vanno adesso a sommare al periodo di recessione causato dall’epidemia di Covid-19. 

Per uscire dalla crisi, l’UE dovrà sempre più cercare di realizzare un’intesa tra gli Stati membri, soprattutto a tutela dell’agricoltura, attraverso la PAC. Nuove soluzioni potranno essere escogitate anche grazie al progresso tecnologico e al digitale, che senz’altro determinano un impatto significativo sulla produzione, la trasformazione e la distribuzione dei prodotti alimentari. 

Vediamo, per chi non ne conoscesse la storia, il percorso della Politica Agricola Comune.

Elaborata nel 2013, è entrata in vigore nel 2015, basata su un quadro molto eterogeneo delle scelte strategiche degli Stati membri, risultato anche di un’Unione Europea allargata a 28 Paesi. Le istituzioni europee si erano impegnate ad adottare – entro la fine del periodo in corso (2020) – una nuova riforma, tenendo conto del quadro finanziario pluriennale 2021-2027. Per l’attuazione della nuova PAC 2014-2020, la pubblicazione dei regolamenti di base risale al dicembre 2013. Nel corso del 2014 gli Stati membri avevano dovuto operare scelte decisive, considerata la diversità di applicazione del nuovo sistema di pagamenti diretti (I pilastro), incluso il “pagamento d’inverdimento” (introdotto per compensare gli agricoltori che adottano pratiche agricole per il conseguimento degli obiettivi ambientali e climatici). I Paesi dell’UE devono infatti destinare il 30% del loro sostegno al reddito all’”inverdimento”.

I lavori sulla PAC per il periodo successivo al 2020, iniziati sotto la presidenza olandese del Consiglio Europeo nel maggio 2016, sono poi continuati sotto le presidenze successive, proseguito in tale direzione; sono dunque state avviate riflessioni sulle principali sfide da affrontare nell’ambito del settore agricolo (pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare, cambiamenti climatici e risorse idriche, gestione dei rischi ecc.). La Commissione Europea ha istituito, nel gennaio 2016, un gruppo di lavoro col compito di riflettere sul futuro della politica dei mercati agricoli, la cui relazione finale – contenente specifiche raccomandazioni a livello politico – è stata presentata nel novembre 2016. Per quanto riguarda la politica di sviluppo rurale dell’UE (II pilastro), essa è stata concepita per fornire sostegno alle zone rurali dell’Unione e far fronte all’ampia gamma di sfide di carattere economico, ambientale e sociale del XXI secolo. 

Nell’ambito del secondo pilastro, la conferenza “Cork 2.0” del settembre 2016 ha portato all’adozione di una dichiarazione che ha evidenziato dieci orientamenti chiave per il futuro della politica di sviluppo rurale in Europa. Il Parlamento europeo ha preso spunto dalle raccomandazioni del gruppo di lavoro sui mercati per presentare emendamenti supplementari e migliorare i meccanismi in vigore. Nel febbraio 2017, la Commissione ha avviato una consultazione pubblica sul futuro della PAC e il 29 novembre 2017 ha presentato una comunicazione dal titolo “Il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura”, la quale ha posto l’accento sulla governance agricola, annunciando un cambiamento radicale nel modello di attuazione della PAC. 

Redazione