AFGHANISTAN. Gli ex mujahideen vanno a Mosca

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Una delegazione talebana incontrerà i leader dell’opposizione afghana a Mosca per due giorni di discussioni tesi alla costruzione della pace a partire dal 5 febbraio; non saranno presenti gli inviati del governo di Kabul.

L’incontro, riporta VoA, sottolinea l’approfondimento del divario politico in Afghanistan e indebolirebbe ulteriormente il governo di unità nazionale del presidente Ashraf Ghani. La “riunione di pace intrafghana” in Russia avviene pochi giorni dopo che gli Stati Uniti hanno parlato di “significativi” progressi nei colloqui in corso con i talebani, anche se hanno escluso il governo afghano. I Talebani si rifiutano di impegnarsi in colloqui diretti o indiretti con l’amministrazione Ghani, etichettandoli come “pupazzi” americani.

Un portavoce talebano ha confermato che una delegazione del suo “ufficio politico” basato in Qatar parteciperà ai colloqui di Mosca sotto la guida del negoziatore, Sher Mohammad Abbas Stanikzai.

L’ambasciata russa a Kabul ha chiarito in una dichiarazione che la riunione è stata organizzata da un “Consiglio della società afghana” basato in Russia per promuovere la pace in Afghanistan. La delegazione politica afghana di 38 membri, tra cui diverse donne, è composta da ex leader di spicco, candidati presidenziali, legislatori, legislatori, anziani tribali, tutti altamente critici nei confronti del governo di unità nazionale di Ghani.

Faranno parte della delegazione l’ex presidente, Hamid Karzai, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale, Haneef Atmar, antagonista di Ghani alle elezioni presidenziali di luglio, Mohammad Mohaqiqiq, gli ex governatori Mohammad Ismail Khan e Atta Mohammad Noor, che hanno combattuto contro i sovietici dopo l’invasione dell’Afghanistan nel 1979.

Una dichiarazione congiunta rilasciata a nome della delegazione afghana ha descritto l’incontro del 5 febbraio in Russia come «il primo passo verso colloqui di pace all’interno dell’Afghanistan (…) Speriamo che l’incontro di Mosca si riveli utile e complementare per incoraggiare un consenso nazionale e regionale e per sostenere gli sforzi degli Stati Uniti per la pace in Afghanistan».

Antonio Albanese