A Baghdad arrivano gli iraniani

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IRAQ- Baghdad. 01/03/15. Secondo la testata al-alarabia a Baghdad sono arrivati gli iraniani. A testimonianza di ciò la cartellonistica presente in città che secondo la testata è tipica in Iran. 

L’Iraq è un paese prevalentemente arabo. I suoi cittadini, sciiti e sunniti musulmani, hanno a lungo diffidato dell’Iran. Ma, da quando Baghdad combatte il gruppo estremista dello Stato islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS), molti iracheni sciiti guardano all’Iran, una teocrazia sciita, come il loro principale alleato. In particolare, gli sciiti iracheni sembrano fidarsi delle potenti milizie iraniane che stanno sostenendo l’esercito iracheno che ha lasciato le armi fuggendo da Mosul. Decine di gruppi paramilitari si sono uniti sotto l’ala protettiva di un gruppo “segreto” del governo iracheno chiamato il Comitato di mobilitazione popolare, o Hashid Shaabi. Il gruppo è stato creato dal predecessore premier Haider al-Abadi Nuri al-Maliki, l’organismo ufficiale ora  ha un ruolo di protagonista in molte delle operazioni di sicurezza in Iraq. Teheran insieme al governo iracheno, e alle milizie, è sempre più influente nella determinazione il futuro del paese. In una serie di interviste fatte dalla Reuters, sembra che figure chiave irachene all’interno del gruppo Hashid Shaabi utilizzino le modalità dei gruppi paramilitari e che Baghdad e Iran collaborano e i consiglieri iraniani hanno un ruolo in entrambe le strutture quella del gruppo di intelligence e anche in prima linea. Secondo la Reuters vi sarebbero due figure di alto livello nel dell’Organizzazione Badr, forse il più potente gruppo paramilitare sciita, e il comandante di una nuova milizia chiamata Saraya al-Khorasani. Il ruolo di Hashid Shaabi è quello di supervisionare e coordinare diverse decine di fazioni. Gli addetti ai lavori dicono che la maggior parte dei gruppi hanno seguito una chiamata alle armi da figure di spicco irachene sciite come il Grande Ayatollah Ali al-Sistani. Ma Essi citano anche la guida religiosa di Ayatollah Ali Khamenei, il leader supremo dell’Iran, come un fattore chiave nella loro decisione di combattere e per difendere l’Iraq.