SPECIALE DAESH MATRIX #33

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di Redazione ITALIA – Roma 01/12/2016. Continuano a essere pubblicati regolarmente i bollettini che sono postati oramai in cinque lingue: arabo, russo, francese, inglese e turco. Nei giorni scorsi è l’infografica Daesh della sesta settimana di combattimenti a Mosul (nella foto): 581 morti con 20 attentati suicida. I mujahidin della comunicazione, in questo periodo, hanno postato di tutto e sembrano essere sempre alla ricerca di materiale propagandistico da cui trarre ispirazione; a volte la loro ricerca sembra quella degli appassionati di fumetti o video giochi, che divengono super esperti della materia di cui si occupano. Questo fatto li rende ancora più temibili perché quando passano dalla comunicazione all’attacco reale, come è già accaduto, si muovono come automi nella folla. In un video Daesh, che arriva da Damasco, da dentro campo Yarmouk, uscito da poco, vengono screditati i vari gruppi sunniti passati alla guida del campo, accusandoli di aver stretto accordi con l’esercito siriano e di aver affamato le persone del campo. Interessante poi un brano tratto di Ibn Taymiyyah in cui si dice che gli uomini che si dedicano alla causa di Allah, cioè Daesh, alla fine vinceranno la guerra grazie alle squadre che arriveranno dallo Yemen. E i paesi coinvolti nella “vittoria” sono: Yemen, Siria, Iraq, Khorasan. Gli stessi Paesi dove Daesh si è stabilita o dove cerca di ampliare la sua “territorialità”.
A proposito di universalità del messaggio jihadista del Califfato, oggi diamo uno sguardo ad altri teatri dove è presente daesh e dove ha compiuto azioni.
A Peshawar, PAKISTAN, giorni fa è stato ucciso un ufficiale pakistano e sono stati feriti altri soldati a Bahari Bureh, zona della città. Non è la prima volta che Daesh attacca le forze armate e di sicurezza del Pakistan in città. Stesso dicasi per l’uccisione in INDIA di  tre soldati in un attacco alla base militare di Nagrota, nella regione del Kashmir. Ha colpito l’attacco subito dal presidente Rodrigo Duterte nell’imminenza della sua visita a Mindanao: un IED ha colpito il suo convoglio, presidente assente, ferendo 9 persone e contemporaneamente Daesh afferma di aver preso Butig, città dove era prevista la visita di Duterte, per poi esservi cacciata dall’esercito. Altrettanto agghiacciante la vicenda dell’università dell’Ohio, negli USA. L’alveare di Daesh ha fatto girare subito dopo i fatti il testo dell’ultimo messaggio Facebook del killer: il giovane ha agito per rappresaglia nei confronti degli States che uccidono i musulmani.
Andando poi in YEMEN, si sono susseguiti una serie di pesanti scontri contro le forze “regolari“ e sciite, e il Califfato ha postato nel suo alveare una serie di vari reportage fotografici dai teatri di combattimento. Restando in Africa, in MALI, nei giorni scorsi vi è stata un’incursione armata dei jihadisti nel villaggio di Mondoro, situato nella regione di Mopti e poi colpi di mortaio sulla città di Timbuktu; in KENYA, le autorità locali hanno scoperto un nascondiglio di armi a Garissa, zona in cui gli attacchi jihadisti non sono mancati.
In SOMALIA, a Galgala, a sud di Bosaso, un IED è esploso al passaggio di un veicolo delle forze di sicurezza del Puntland in direzione proprio di Bosaso. Nell’esplosione sono morti due soldati e dodici sono rimasti feriti tra le forze di sicurezza del Puntland. Nella zona si trova Daesh nella sua base operativa stabilita a Qandala conquistata dagli uomini del Califfato tra il 25 e il 26 ottobre 2016.

DAESH MATRIX è il secondo volume dedicato al fenomeno dello Stato Islamico. Per informazioni e prenotazioni scrivere a: segreteria.redazione@agccommunication.eu